CBD: singolo Cannabinoide vs. Fitocomplesso

CBD: singolo Cannabinoide vs. Fitocomplesso

Uno strudio rivoluzionario ha documentato superiori proprietà terapeutiche del fitocomplesso ricco in CBD di un estratto, comparato alla singola molecola del CBD.

 

E’ ancora Israele la protagonista di un’importante passo in avanti nella ricerca sulla Cannabis.

Pubblicato nel mensile di farmacologia “Pharmacology & Pharmacy”, l’articolo sfida direttamente uno degli assiomi della Big Pharma e delle altre “Big” del farmaco, secondo cui le preparazioni con fitocomplesso possiedono un grado maggiore di efficienza della pura singola molecola.

 

Lumir Hanus e due suoi colleghi dell’università di Gerusalemme, esaminando la letteratura scientifica, hanno notato che durante gli ultimi quindici anni, numerosi studi preclinici si sono concentrati sugli effetti anti infiammatori su animali, della singola molecola di CBD. Vedi qui.

Questi studi hanno mostrato che la somministrazione della singola e pura molecola di CBD, risulta in una curva a campana di dosaggio-risposta al dosaggio. Questo significa che quando la dose di CBD ad un certo punto eccede, il suo impatto terapeutico tende a crollare drammaticamente.

 

“Il processo di guarigione, veniva notato solamente quando il CBD era somministrato all’interno di un range molto limitato, mentre nessun effetto benefico veniva raggiunto con un dosaggio più alto o più basso”, osservano gli autori.

La caratteristica della singola molecola di CBD ha messo a rischio per diversi anni, la ricerca sulla stessa.

Il team israeliano si è posto come obbiettivo, quello di dimostrare che un estratto al CBD contenente il fito-complesso abbia maggiori qualità terapeutiche: “Lo scopo del presente studio, spiegano gli autori, era quello di trovare una fonte di CBD che risolvesse il problema della risposta della dose a campana, che il CBD puro ha dimostrato di avere.

Gli scienziati hanno ottenuto uno strain ad alta percentuale i CBD chiamato “Avidekel” from Tikkun Olam, un produttore di Cannabis israeliano. Nello studio lo strain porta il nome di “clone 202”. Possiamo tracciare la genetica di questo strain arrivando sino in Spagna, dove i breeders hanno sviluppato diversi fenotipi di Cannatonic, incluso uno strain che ha raggiunto una percentuale del 20% di CBD nell’infiorescenza seccata.

I ricercatori israeliani hanno estratto un Olio ricco in CBD dallo strain “Clone 202”. L’estratto conteneva 17,9 % CBD; 1,1 % THC e 1,1% CBC; 0,2% CBG e tracce di CBN e CBDV dimostrando validissimi effetti anti infiammatori e contro il dolore.Vedi

 

A fini comparativi, i ricercatori hanno somministrato CBD puro ad un altro gruppo di topi valutandone le proprietà analgesiche, comparandolo con un preparato contenente il fitocomplesso.

 

I risultati parlano chiaro: gli studi israeliani dimostrano che un estratto dello strain  “Clone 202” “ è nettamente superiore della singoa molecola di CBD per il trattamento di condizioni infiammatorie.”

La maggiore efficienza del fitocomplesso trova risposta nell’interazione tra i diversi cannabinoidi e composti non cannabinoidi.

“ E’ come se gli altri fito cannabinoidi, in sinergia con il CBD,  ne incrementino l’efficacia per il raggiungimento dell’azione anti infiammatoria”.

 

Gli scienziati trovarono necessario e utile al completamento del progetto di ricerca, un’analisi di comparazione tra gli estratti del fitocomplesso della Cannabis ad alto contenuto di CBD con gli olii e altri prodotti al CBD presenti sul mercato. Hanno scoperto che entrambi hanno un’efficacia maggiore dell’aspirina.

Dunque,  in presenza di altri cannabinoidi, il CBD incrementa la risposta positiva alla somministrazione, e questo, viene confermato da un recente report che documenta gli effetti anti proliferanti dei cannabinoidi sulle cellule tumorali ed inibitori sulla contrattilità della vescica.

“Tantissime ricerche sono state portate avanti con il fine di isolare i singoli costituenti delle tradizionali erbe medicinale per fini terapeutici”, conclude il team israeliano. “Tuttavia, i nostri dati insieme agli altri ci legittimano ad introdurre una nuova generazione di Fitofarmaci per il trattamento di malattie e disturbi fino ad oggi trattate usando solamente droghe sintetiche.

La sinergia terapeutica osservata negli estratti delle piante, da come risultato una minore presenza degli elementi attivi che ha come conseguenza una riduzione tanto ricercata degli effetti collaterali.

 

Fonte: www.projectcbd.org

Alessandro Raudino
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