Perché usare i Cannabinoidi contro il dolore cronico?
I Fitocannabinoidi, come ben sappiamo, sono stati utilizzati a scopo terapeutico durante tutta la storia, specialmente per il loro potenziale analgesico.
Tuttavia il circuito di cui stiamo parlando è relativamente giovane se consideriamo che il primo studio ufficiale è iniziato 20 anni fa grazie al pioniere Raphael Machoulam, le cui scoperte, porteranno elementi chimici su di un piano farmacologico.[1]
Da quando i recettori dei Cannabinoidi sono stati scoperti, le regolazione del dolore è immediatamente passata in primo piano in ambito di studi e ricerca.
Importanti evidenze, hanno dimostrato che i Cannabinoidi riducono drasticamente Allodinia termica e meccanica, provando l’importante ruolo che giocano per il trattamento di neuropatie[2]
Allodinia: impulso doloroso sentito dalla persona in seguito a uno stimolo innocuo (spesso capita che il semplice toccare la parte interessata provochi una sensazione di dolore).
I recettori CB1 e il loro potere contro il dolore
Questi recettori rappresentano i mediatori principali dell’effetto Antinocicettivo , e sono distribuiti nel nucleo principale del cervello che regola il dolore(Periaqueductal grey-substantia gelatinosa-medulla oblongata-dorsal horn) [3]
Gli antagonisti del CB1(tutte le sostanze che attivano questi recettori, come il TCH) prevengono il fenomeno dell’attorcigliamento del corno dorsale.
Hyperalgesia: aumento della sensazione del dolore, generalmente provocata dal danneggiamento dei recettori del dolore e delle terminazioni nervose.
E’quindi cruciale sottolineare che la manipolazione del circuito dei cannabinoidi è più vantaggiosa dell’utilizzo di oppiodi per il trattamento di neuropatie legate al dolore.[3,4]
In più, gli elementi che attivano i recettori CB1mantegonola loro efficacia nel tempo,a differenza della morfina di cui si necessita sempre più una dose maggiore, dando vita ad un incremento degli effetti collaterali.
Cannabinoidi vs Oppiodi
Gli odierni trattamenti contro il dolore sono ancora, per la stragrande maggioranza, basati sugli oppiacei, ma, approssimativamente, solo il 50% dei pazienti trova sollievo attraverso le cure disponibili ed a base di oppiacei. Parte di questa grande rivoluzione della conoscenza e del modo di vivere dell’uomo è anche questa: illuminare la medicina, orientandola all’utilizzo dei cannabinoidi del trattamento dei dolore.[5]
A seguire, una tabella che renderà le idee maggiormente chiare, gentilmente fornitaci da ALPHA CAT Company, che mi fornisce i kit per i test dei cannabinoidi per infiorescenze ed estratti.(zoomare un po’ con lo schermo per ottenere dati più chiari)
Buona lettura.
Fonti
- British Medical Association (1997) Therapeutic Uses of Cannabis. London, Harwood Academic Publishers
- Fox, A., Kesingland, A., Gentrym C., McNair, K., Patel, S., Urban, L., James, I. (2001) The role of central and peripheral Cannabinoid 1 receptors in the antihyperalgesic activity of cannabinoids in a model of neuropathic pain. Pain, 92, 91-100.
- Martin, B.R., Lichtman, A.H. (1998) Cannabinoid transmission and pain perception. Neurobiol.Dis., 5, 447-461.
- Lichtman, A.H., Martin, B.R. (1991) Spinal and supraspinal components of cannabinoid-induced antinociception. J.Pharmacol. Exp. Ther., 258, 517-523.
- Mao, J., Price, D.D., Lu, J., Keniston, L., Mayer, D.J. (2000) Two distinctive antinociceptive systems in rats with pathological pain. Neurosci. Lett., 280, 13-16.