Relazione Expo Canapa Sud 2019
Relazione Expo Canapa Sud 2019
Domenica 26 aprile 2019, Alessandro Raudino,
in virtù di presidente dell’associazione CCSSC, ed io che scrivo, siamo stati invitati da Giovanni Milazzo Canapar, che ha organizzato i convegni per la manifestazione Expo Canapa Sud, che si svolge all’interno della Fiera CambioVita Expo: ogni anno dà uno spazio (quello superiore) alla “canapa”, mentre al piano inferiore resta interamente dedicato al bio e alla nutrizione. Arriviamo davanti l’ingresso restiamo sconvolti da un volantino:
“La VERITÀ SULLA MARIJUANA ..no alla droga.it” Cerchiamo di fare GIUSTA informazione.
Ci mettiamo addirittura delle ore, ma finalmente riusciamo a far valere le nostre ragioni e loro vanno via. Entrando in fiera incappiamo in un problema: gli organizzatori si sono dimenticati di inserirci nella lista dei relatori all’ingresso. Fortunatamente proprio davanti la biglietteria, c’è la locandina con tutti i relatori dei convegni sulla cannabis. Così siamo entrati. Sapevamo che l’area dedicata alla canapa fosse all’interno della fiera, ma non sapevamo dove fosse esattamente. Non c’era nessun cartello, nessun riferimento che indicava la parola Cannabis / Canapa … “Al primo piano”, ci dicono …
E nella mia testa mi dicevo e pensavo agli articoli precedenti così tanto millantati in merito all’Expo. Noi visitiamo regolarmente delle fiere, ed expo canapa sud non può definirsi tale. Al primo piano troviamo solo attività commerciali. Nessuna associazione che faccia informazione: né cannabis terapeutica, né antiproibizionismo. Noi siamo stati invitati a partecipare ai convegni come relatori. Il pomeriggio non passa mai: i convegni iniziano con un’ora e mezza di ritardo. Iniziano i medici. Tra gli spettatori diversi pazienti che esprimono il desiderio di sentir parlare Alessandro Raudino di “Autoproduzione e diritto alla cura”. Il nostro intervento era fissato per le 17:30, ma c’è sempre un ora e trenta di ritardo che non si riesce a recuperare. Dovrebbe toccare a noi per le 19:00. Chi rimarrà sino ad allora? Prima di noi fanno parlare un medico veterinario, che non era presente; ma di cui hanno trasmesso il video. La gente era sfinita, anche per il trambusto che arrivava dagli stands, e l’altoparlante che annunciava gli show cooking al piano terra. Moltissimi si alzano e vanno via. Ma prima di loro sono i medici che vanno via, senza nemmeno sentire la voce delle associazioni che negli anni si sono battute per far conoscere il potere terapeutico di questa nobile pianta. Quando noi abbiamo iniziato questa battaglia, moltissimi medici ci prendevano per “tossici”; adesso sono tanto “esperti” da non aver bisogno neppure di ascoltare il feedback del malato? Rimasti in sala conferenze con pochissime persone, abbiamo fatto un’amichevole chiacchierata suggerendo la strada migliore per ottenere gratis la prescrizione e come agisce la cannabis sul nostro corpo. Tornando a casa, assieme alla mia compagna, abbiamo parlato di come ormai il malato venga messo a tacere; di come venga tolta credibilità a chi sa usare questa pianta meglio dei medici che lucrano dichiarandosi esperti. Per carità, molti lo sono; ma non hanno fatto altro che studiare il potere terapeutico di una pianta; mica hanno imparato la farmacopea a memoria?Inoltre, prescrivono cannabis come se fosse una pianta di cicuta (pianta velenosa): 5 grammi in 50ml di olio.. per un mese di cura. 5g di cannabis sono quantità “omeopatiche”. Sono dosi minime che, seppur efficaci, porterebbero a risultati nettamente superiori se usate nel giusto quantitativo. Certo, chi produrrebbe tutta quella cannabis terapeutica? La soluzione sarebbe insegnare ai pazienti a coltivare la propria cura: spiegare un procedimento standard e sterile di produzione di infiorescenze, e poi insegnare quali sono i metodi di estrazione ed assunzione. Si potrebbero dare delle dosi indicative in base a patologie, età e peso; esattamente come si fa con i farmaci che compriamo. Ma questo, che rappresenterebbe la soluzione ai problemi di tantissimi pazienti, è un problema grossissimo per le case farmaceutiche, e i farmacisti. Così abbiamo deciso di scrivere un comunicato, e un articolo stampa per raccontare quanto avete letto sin qui. Inoltre, ricordiamo che ad agosto l’assessore Ruggero Razza ha istituito un tavolo tecnico per attuare l’art 18 quater della legge di bilancio 2017, ma che tutt’oggi resta fermo, continuando a non garantire il diritto di cura di molti malati che non riescono ad accedere a questo tipo di terapie per via dei costi insostenibili e della poca conoscenza dei medici e farmacisti. Purtroppo le associazioni che rappresentano i pazienti come il Comitato Pazienti Cannabis Medica e Cannabis Cura Sicilia Social Club non sono stati inseriti in gazzetta ufficiale e devono fare richiesta di volta in volta, per portare le istanze e le criticità rilevate.
Per questo chiediamo che:
-entro agosto (ad un anno dall’apertura del tavolo dei lavori) venga attuato l’art. 18 quater per garantire pari dignità ai pazienti che vivono in Sicilia e che hanno il diritto di non essere considerati più malati di serie B;
-che le associazioni possano partecipare agli incontri per vigilare e collaborare perché crediamo che la collaborazione tra istituzioni, figure professionali e associazioni di pazienti sia la carta giusta per poter affrontare il tema a 360 gradi.
Grazie mille per l’attenzione
Florinda Vitale
Cannabis Cura Sicilia Social Club
Fondatore e Vicepresidente
Santa Sarta
Comitato Pazienti Cannabis Medica Sicilia